La chiesa di San Domenico di Giovinazzo: approfondimento storico artistico
Si accede alla chiesa attraverso una gradinata in pietra locale a duplice rampa, addossata alla fabbrica e delimitata lateralmente da una balaustra.
La facciata, maestosa ed elegante, anch’essa in pietra locale, presenta al centro un portale squadrato culminante in una lunetta, sormontata da un timpano triangolare al di sopra del quale si staglia una slanciata bifora, racchiusa in una forbita cornice ad arco.
Fiancheggiano il portale due finestre con arco a tutto sesto, mentre l’alta fronte è incisa da una sobria cornice dentata.
Recentemente, nel 2006, la lunetta è stata impreziosita da un bassorilievo in maiolica, raffigurante S. Domenico, eseguito dagli artisti Toni Bux ed Aurelia Trigona, in uno stile che richiama la grande tradizione toscana dei Della Robbia. La figura del Santo a mezzobusto, che ostenta nella mano destra l’eucarestia e nella sinistra il Vangelo, si staglia sullo sfondo blu oltremare, creando con il bianco e nero della veste, un armonioso gioco di luci e colori sulla facciata monocroma.
La pianta dell’edificio è a croce latina e si distingue in una navata centrale, slanciatissima, e due laterali chiuse da una volta notevolmente ribassata rispetto a quella della navata centrale e del transetto, da cui si sviluppa la cupola.
Il presbiterio si presenta più rialzato rispetto al piano della navata centrale e del transetto che rispetto al piano delle navate laterali.
Il pavimento e gli altari sono in pietra locale, secondo lo stile settecentesco tipico dell’Italia meridionale.
Al centro del presbiterio c’è l’altare maggiore rivestito di stucco lucido marmorizzato. Numerose sono le opere di pregio all’interno della chiesa, di notevole fattura è la bussola d’ingresso decorata in stile baroccheggiante, sormontata da un prezioso acroterio ad intaglio dorato. Sulle due grandi porte è dipinta, con particolare tecnica, la Cacciata dei mercanti dal tempio, opera probabilmente del pittore giovinazzese Saverio De Musso (1681-1763).
Nella navata laterale destra possiamo ammirare la tela raffigurante la SS.ma Trinità e Santi domenicani da Saverio De Musso nel 1734 (a partire da destra si rilevano: S. Rosa da Lima, S. Tommaso d’Aquino, S. Pietro martire, S. Pio V e S. Giacinto).
Il secondo altare, l’unico in marmo con pregevole lavoro d’intarsio policromo, è dedicato a S. Giuseppe. La statua del Santo in legno è di fattura napoletana e risale al XVIII secolo.
Nel terzo altare è affissa la tela raffigurante il Trionfo di S. Domenico con gli apostoli Pietro e Paolo, attribuita a Saverio De Musso.
Nel transetto, a destra, è collocata la tela attribuita a Giuseppe De Musso, figlio di Saverio (1717 – 1796), che rappresenta l’episodio biblico di Giosuè nell’atto di fermare il sole, a sinistra, troviamo il dipinto, attribuito anch’esso a Giuseppe De Musso, che illustra l’Incontro sul Monte Carmelo tra il profeta Elia e i sacerdoti idolatri del dio Baal.
Sul lato destro del presbiterio è affissa la tela raffigurante Mosè che fa piovere la manna dal cielo, attribuita al pittore Giuseppe De Musso.
Sulla parete sinistra del presbiterio possiamo ammirare la tela più antica e di maggior pregio, opera del noto pittore rinascimentale Lorenzo Lotto (1480 ca - 1557), raffigurante S. Felice in cattedra. Essa costituisce la parte centrale di un trittico, che recava a destra l’immagine di S. Nicola da Tolentino e a sinistra quella di S. Antonio da Padova, fu commissionata all’artista nel 1542 per la chiesa di S. Felice dove, già nel 1543, fu installata sull’altare maggiore.
Sulla stessa parete è collocata la tela che illustra l’episodio biblico di Mosè che fa sgorgare l’acqua dalla roccia, firmata e datata (1785) da Giuseppe De Musso.
Nel braccio sinistro del transetto si può ammirare la pregevole tela della Madonna del Rosario, che presenta lo schema iconografico consueto: la Vergine con il Bambino al centro, ai piedi S. Domenico e S. Caterina.
In alto una serie di 15 finti pannelli illustrano i misteri del Rosario. L’ovale centrale, raffigurante la Madonna con Bambino, è un’opera di notevole valore artistico, eseguita da un ignoto pittore del XVII sec., ed è incuso nella tela più grande firmata da Giuseppe De Musso e datata 1769.
Sotto la mensa di questo altare è custodita l’urna reliquario in argento contenente la reliquie del Beato Nicola Paglia, (Giovinazzo 1197 - Perugia 1256), realizzata nel 1959 da un argentiere napoletano, a spese del comm. Nicolantonio Palmiotto.
Su una mensola della parete sinistra si evidenzia la graziosa statua lignea dell’Immacolata Concezione, commissionata a Napoli, nel 1754, dall’omonima Collegiata.
Sempre sul lato sinistro, in alto, troviamo la tela attribuita a Giuseppe De Musso, raffigurante la Regina Ester che, alla presenza di re Assuero, intercede per il popolo giudeo, sul lato destro è presente un’altra tela, attribuita allo stesso pittore, che illustra l’episodio di Abigail che reca doni al re Davide.
Il secondo altare della navata sinistra presenta la tela raffigurante il Calvario, eseguita, anch’essa da Giuseppe De Musso, nel 1746.
Nell’altare successivo è collocata la tela che rappresenta Vincenzo Ferrer nell’atto di predicare alle folle, attribuita a Saverio De Musso. Davanti al suddetto altare è collocato il battistero in pietra calcare locale proveniente dalla Chiesa di San Felice.
Articolo tratto dal sito della parrocchia di San Domenico
Il volo con il drone
Un affascinante borgo marinaro dal cuore antico, con il dolmen di San Silvestro, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e l’Arco di Traiano. Giovinazzo è un delizioso borgo medievale sull’Adriatico, con il caratteristico porticciolo e lo splendido lungomare fortificato, tra Molfetta e Bari, da cui dista meno di 20 km. L’Arco di Traiano è l’elegante benvenuto al centro antico, dove sfilano Palazzo del Marchese di Rende, il cinquecentesco Palazzo Saraceno, sede del Municipio, la Chiesa di San Domenico e la Chiesa dello Spirito Santo con le cupole “a trullo”. La splendida Fontana dei Tritoni domina piazza Vittorio Emanuele II, centro della vita cittadina insieme a piazza Costantinopoli. Superando gli archi di via Cattedrale si giunge al romanico Duomo di Santa Maria Assunta, che custodisce l’icona bizantina della Madonna di Corsignano, la Santa patrona festeggiata per l’intero mese di agosto